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Lavoro on demand

lavoro on demandIeri su Nova de Il Sole 24 Ore è apparso un articolo di Luca Conti che descrive, per tratti interessanti, come potrebbe cambiare il mondo del lavoro come lo conosciamo oggi. La trasformazione in realtà è già dietro l’angolo. Il mondo delle app (le applicazioni per strumenti mobili connessi ad internet, tablet e smartphone) ha aperto la porta al mercato del lavoro. Ed è subito “rivoluzione”.

I primi sintomi si ravvisano sul fronte della flessibilità e del dinamismo lavorativo. Ci sono diverse applicazioni che permettono di mettere in contatto lavoratori e e potenziali committenti in maniera immediata, veloce e, si spera, efficace. Sul mercato internazionale questa cosa ha preso campo soprattutto nel mondo anglosassone (Stati Uniti in testa) dove esiste un mercato del lavoro meno strutturato e più dinamico. Ma anche in Italia ci sono idee che seguono il passo. noi per esempio ne abbiamo “sposata” una, si chiama MiniJob: ve ne abbiamo già parlato ma in sintesi si tratta di una piattaforma in cui ciascun utente può mettere in mostra le proprie competenze, proporle e venderle, ottenere giudizi e feedback per costruirsi una affidabilità ed un brand riconosciuto.

Dove sta la novità, a parte il fatto che la pubblicità della nostra professione viaggia sul web? Come scrive Luca Conti “l’affidabilità del professionista è garantita dalla certificazione del suo percorso di studi e dalla valutazione delle precedenti esperienze sulla piattaforma“. Questo significa che non possiamo essere soli a dirci quanto siamo bravi ma che abbiamo bisogno anche degli altri. In altre parole il buon vecchio curriculum vitae non basta più per convincere qualcuno che siamo l’uomo (donna) giusto (giusta) al posto giusto. Abbiamo bisogno di creare un network, un sistema di relazioni (e giudizi, valutazioni, commenti) che possano avvalorare quel che raccontiamo. In altre parole, non ce la possiamo più suonare e cantare da soli.

Ultimo passaggio: non esisterà più un lavoro (semmai ancora sopravviva) in cui la tecnologia digitale ed il web non rivestano un ruolo fondamentale. Di conseguenza le competenze informatiche, la familiarità con gli strumenti di social networking, l’utilizzo di piattaforma di condivisione ed una strategia per la comunicazione attraverso i social media non potranno essere più considerati “affari” di qualche informatico o addetto marketing (ad uso e consumo solo di grandi ed organizzate strutture). Dovremo abituarci a considerare queste comeptenze di base e, quindi, dotarcene per utilizzare questi strumenti nel miglior modo possibile. In tutto questo c’è anche una parte forse meno entusiasmante e divertente. Ma ne parleremo nel prossimo post. Non mancate di seguirci!

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