Fa’ la cosa giusta è un film di Spike Lee di 25 anni fa, il titolo prende spunto dalla lotta interiore di uno dei personaggi combattuto tra la volontà di “rispettare” contesto e condizione in cui vive e la voglia di fare qualcosa che sente più passionale e più giusto, appunto. Questo stato d’animo probabilmente è comune a molti di noi in certe situazioni: ci sono occasioni in cui adottiamo un comportamento perché è più consono alla nostra situazione anche se vorremmo fare tutt’altro. Facciamo degli esempi: avete mai pensato che il lavoro che state facendo in realtà non vi gratifica e se non fosse per i soldi, per quello che dicono gli altri o per qualche altro motivo indipendente dalla vostra volontà avreste già smesso da un pezzo per dedicarvi alle vostre vere passioni? Oppure che l’università ed il percorso di studi scelto non è proprio quello che vi piace? Ed ancora: che il posto in cui vivete non è adatto a voi e se poteste emigrereste altrove?
Sono tutte condizioni di insoddisfazione che facciamo fatica ad accettare, ma la tempo stesso non riusciamo ad abbandonare. Perché? In questo articolo Greg Mckeown, un innovatore sociale inglese (che vive e lavora però nella Silicon Valley), ha provato ad affrontare la questione e a dare una risposta. Mckeown si cruccia del fatto che questa cosa accada anche a persone smart, che hanno una vita professionale brillante ed una certa intelligenza anche nel capire cosa accade loro intorno. Il motivo, secondo lui, è semplice. Il fatto è che siamo sempre più distratti, quasi “drogati” dall’ultimo aggiornamento: quante volte controlliamo il telefono durante la giornata? E quante volte lo facciamo anche se non ha emesso alcun suono o vibrazione? Quante volte torniamo a vedere la nostra mail (o il nostro status sui social network) per controllare l’ultima novità? Fare queste cose richiede tempo (ed energia). Ma solitamente poi le stesse persone si lamentano di non avere abbastanza tempo per ragionare in maniera creativa. Come uscirne?
La proposta di Mckeown è quella di dedicare un’ora del proprio tempo per affrontare questa sorta di panico da ultima notizia per restituire vigore, energie e qualità a tutte le altre ore della propria vita. Ecco che cosa propone di fare in 7 semplici passi:
- se possibile uscite nella natura, in un posto che vi riporti al pacato ritmo naturale piuttosto che nel frenetico ritmo della vita moderna
- dedicate 10 minuti alla risposta a questa domanda: “che cosa vorrei fare se avessi rimasta solo una settimana di vita?”
- 10 minuti per rispondere alla domanda “che cosa farei se avessi solo un mese rimasto da vivere?”
- dedicate del tempo a rispondere a “che cosa vorrei fare se avessi un anno da vivere?”
- ora dedicate altri dieci minuti a rispondere alla domanda “che cosa vorrei fare se avessi solo 5 anni di vita?”
- e poi altri dieci minuti per questa: “che cosa farei se avessi una vita da vivere?”
- Ora rileggete le risposte pensando a come potreste riallineare la vostra routine in modo che sia coerente con tutte le vostre risposte.
Non sappiamo se la ricetta può funzionare. Sicuramente però è un modo per essere divergenti rispetto alle abitudini e, soprattutto, per provare a riflettere su noi stessi. Il mondo che viviamo è pieno di opportunità e noi spesso siamo quasi ossessionati dal volerle cogliere tutte. In realtà così facendo ci dimentichiamo che cosa veramente ci interessa perché non gli dedichiamo tempo ed attenzione, perché siamo perennemente distratti dalle urgenze. Possiamo fare una scelta diversa e decidere di essere più essenziali, più concentrati nel disegnare una vita che sia davvero interessante. Avete tutto il week end per rifletterci :-)
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