Stamattina abbiamo ospitato una classe di studenti della scuola superiore per parlare con loro di Europa. Siamo partiti dalla nascita dell’Unione Europea, per arrivare alle opportunità che offre ai giovani ai nostri giorni. La nostra idea ed il nostro intento non è quello di offrire soltanto informazioni fruibili in senso utilitaristico: l’obiettivo è anche quello di far crescere la consapevolezza, nei giovani, di essere parte di una comunità più ampia di quella associata alla sola cittadinanza.
L’evoluzione della storia d’Europa insegna qualcosa anche in questo senso: nata nel 1951 come comunità del carbone e dell’acciaio, passando per la CEE (la Comunità Economica Europea) ed arrivare all’attuale Unione Europea che coinvolge molti aspetti della vita dei cittadini (dalla moneta in poi). Il percorso di questa unione di cui facciamo parte è partito anch’esso da strette esigenze economiche ed utilitaristiche con l’obiettivo di raggiungere poi altri scopi ed altri obiettivi. Come quello previsto dalla prossima programmazione europea fino al 2020: una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Solo un sogno?
Il punto è proprio questo. Per evitare che quelli europei siano solo dei sogni, ipotesi irrealizzabili, cose dette tanto per dire è fondamentale che tutti i cittadini siano quanto più consapevoli possibili, informati su diritti ed opportunità, su vincoli e doveri, su iniziative e servizi. Un servizio come il nostro ha proprio questo scopo. Ed allora, quali sono le opportunità che l’Europa offre ai giovani? Innanzitutto ci sono ad esempio gli Scambi Giovanili: l’UE finanzia l’incontro tra gruppi di giovani provenienti da paesi diversi che si incontrano per discutere e trattare un tema particolare. Gli scambi giovanili non sono vacanze a basso costo: sono invece un’occasione per fare nuove amicizie, condividere idee e progetti, vivere un’avventura formativa e divertente. Poi c’è il Servizio Volontario Europeo, comunemente chiamato SVE , un’esperienza di volontariato internazionale di lungo periodo che consente ai giovani dai 17 ai 30 anni di vivere fino a 12 mesi all’estero prestando la propria opera in un’organizzazione no-profit. Si tratta di un’esperienza a 360 gradi in grado di far crescere competenze, capacità ed anche spirito innovativo nei ragazzi. Non è raro che chi partecipa ad uno di questi campi acquisisca poi una serie di competenze che poi riesce a riproporre anche in campo professionale.
Ed infine c’è il famoso (ci hanno fatto anche un film) Erasmus, il programma che ha davvero segnato la vita di molti ragazzi europei. Nato nel 1987 per opera della Comunità Europea, dà la possibilità a uno studente universitario europeo di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università. Questo meccanismo è stato una sorta di liberazione per molti giovani che hanno conosciuto così lingue, culture, persone di tutta Europa garantendosi la possibilità di riuscire a costruire una rete di relazioni internazionali in maniera semplice e senza passare per ruoli ed incarichi prestigiosi in campo lavorativo. Come abbiamo trovato scritto su di un muro a Lisbona “L’Erasmus non è un anno nella tua vita, ma la tua vita in un anno“.
Quando l’Unione Europea parla di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva intende forse proprio questa possibilità di raggiungere con facilità cittadini di altri stati membri, confrontarsi con loro, riuscire a mettere insieme le idee, collaborare per costruire progetti significativi, innovativi ed utili per tutti. Le giovani generazioni ormai da un po’ dovrebbero avere come in mente un motto: a tutta Europa!
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