Cambio di stagione, cambio di passo….e che passo! Un po’ influenzati dal risveglio primaverile di questi giorni – sono ripartiti tra l’altro anche gli amici del trenotrekking edizione 2014 – e più concretamente da un articolo/excursus della rivista Wired oggi indugiamo a riflettere con le gesta, inclusi i suoi libri, di Alex Bellini, avventuriero ed esploratore doc, espressione di quei talenti naturalistici ai limiti, anzi forse anche oltre, della normalità. Tanto per capirci: “Vivrò un anno alla deriva su un iceberg” è il titolo di un ampio articolo di qualche giorno fa dedicato dal quotidiano nazionale La Stampa alla prossima imminente impresa di Bellini, che vivrà su un modulo spaziale di 3X4 metri in attesa dello scioglimento del Moloch di ghiaccio che lo ospiterà. Un’avventura (con tanto di rischio e di incognito), una esplorazione (terre e spazi non conosciuti), una sperimentazione (per capirne di più sui cambiamenti climatici) e anche una innovazione (tra marketing comunicativo e social media).
Per capire anche di più lo spirito di Bellini, primo navigatore, che si conosca, ad aver attraversato gli Oceani in barca a remi, ci si può orientare con l’ultima opera, che in realtà è una produzione collettiva e anche un progetto e che di fatto amplia la visione dell’avventura e della sfida al mondo dell’impresa ed in particolare al tema ormai strategico ed ineludibile delle start-up.
Parliamo di L’avventura e l’impresa, incontro, racconto e intervista incrociata tra Alex Bellini e Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm, forse il più noto incubatore di imprese italiano, e coordinato da Paolo Costa, fondatore di Spindox, una delle realtà italiane più dinamiche per servizi e consulenza in tema di ICT. Insomma un bel pezzo di innovazione nostrana!
E, come si legge in presentazione, si parla “dei temi a loro cari, quei temi che hanno segnato le loro vite: il senso della sfida e dell’impresa, la capacità di assumersi dei rischi, il valore della rinuncia, la lezione del fallimento, la ricchezza e il dolore immenso della solitudine, la paura dell’ignoto.” I legami tra i personaggi di questa testimonianza sono simbolicamente anche fisici; racconta il Corriere della Sera che “una delle tante cose che colpisce i visitatori di H-Farm è una barca arancione che rappresenta il legame tra H-Farm e il concetto stesso di impresa. È su questa piccola imbarcazione infatti che Alex Bellini ha attraversato l’Atlantico in solitaria sfidando l’oscura immensità dell’Oceano e gli abissi interiori della solitudine. Una metafora perfetta per provare a spiegare cosa significa fare impresa oggi in Italia.”
E il nostro esploratore, il matto, il montanaro, come un po’ ironicamente si definisce nel suo primo libro e resoconto dell’attraversata atlantica, appunto intitolato “Mi chiamavano montanaro?” saggiamente esorta “a non diventare tutti Alex Bellini. Si può ribaltare il mondo anche continuando a fare quel che si è sempre fatto” e recupera anche un grande esempio di sport e di vita: “Si ricorda cosa diceva Pietro Mennea? Anche se nella pista della vita le corsie sono tutte occupate, lotta per tenerne una soltanto per te. Una in cui tu possa andare indietro, avanti o a testa in giù. E’ la tua ancora di salvezza, la tua possibilità.” Ed ora..aspettiamo che si sciolga l’iceberg!
(questo articolo è stato scritto da Mario Toppi)
Discussione
I commenti sono chiusi.